giovedì 30 maggio 2013

Open Data: moda o opportunità?

Dopo un bel pò di tempo, mi accingo a riprendere il cappello di blogger, su un argomento che seguo sia per il mio lavoro, sia per l'ampiezza che il fenomeno sta assumendo.
E' l'argomento Open Data, di cui do una breve introduzione. Tutto nasce dal 2009 circa quando governi come quelli degli Stati Uniti d'America, del Canada, del Regno Unito aprono alcuni dei loro dati dando vita al fenomeno Open Government Data, riconosciuto come un atto di trasparenza dei rispettivi governi nei confronti della cittadinanza. Fatto comunque positivo, il concetto è stato esteso ad una serie di possibili migliorie che potrebbero derivare dall'apertura delle informazioni.
Ad esempio, Open Data riferito alla politica è sinonimo di trasparenza, e può riavvicinare la cittadinanza scettica, Open Data nei vari studi di ricerca può favorire la disseminazione dei risultati e conseguentemente migliorare la stessa ricerca; in generale, i dati aperti possono essere riutilizzati ed arricchiti, fornendo quindi una migliore informazione, attraverso lo sviluppo di nuovi servizi.
Open Data non è solo moda quindi, anche per alcuni decreti legge che hanno obbligato alcune amministrazioni ad aprire i loro dati, ma è un veicolo informativo di non poco impatto.
Molti hanno pensato di sviluppare app che sfruttano direttamente o indirettamente i dati, alcune amministrazioni hanno lanciato concorsi di App. Per il comune di Roma, con i colleghi di Eustema, abbiamo partecipato e vinto ad un concorso sulle idee progettuali a partire dagli Open Data: qui maggiori informazioni.
A livello internazionale cito solo alcune app, come quella relativa alla mappa dei crimini di San Francisco, qui, oppure quella che trova le toilets pubbliche in Danimarca, qui.
Open Data diventa Linked quando si vengono a creare inter-relazioni tra dataset gestiti in modo distribuito sul web. Questo può avvenire attraverso l'utilizzo di tecnologie semantiche.
Qui e in prossimi post maggiori approfondimenti.